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Ho studiato a Cremona fino alla maturità. Poi mi sono laureato in Scienze Economiche e Bancarie a Siena e ho conseguito il master in Economia alla London School of Economics. Ho lavorato in Banca d’Italia, all’ENI, al Fondo Monetario Internazionale e per il Governo italiano. Da fine 2017 sono direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica di Milano e insegno alla Bocconi.

Mi sono candidato al Senato al seggio uninominale nel collegio che comprende le provincie di Cremona e di Mantova. Conosco la realtà locale di queste provincie, la necessità di migliorare i servizi sanitari, i trasporti, l’ambiente. So quanto le imprese del territorio, soprattutto le piccole e medie imprese e gli artigiani, siano oppresse dalle pastoie burocratiche.

Sarebbe per me un onore rappresentare al Senato i cittadini di queste due provincie.

La mia candidatura è motivata dall’importanza delle prossime elezioni, in cui si confrontano due visioni di Italia diverse: una progressista e una conservatrice.

Essere progressista vuol dire mettere al centro dell’agenda politica la giustizia sociale, ovvero la possibilità di crescita personale che tutti devono avere, a partire dall’attuazione dell’art. 3 della Carta Costituzionale.

Essere progressista vuol dire essere più solidali con chi è stato meno fortunato, vuol dire avere una tassazione progressiva, tutelare l’ambiente per garantire il futuro delle nuove generazioni, vuol dire guardare all’Europa con fiducia verso un maggiore sviluppo politico dell’Unione.

Ma, essere progressista, vuol dire anche impegnarsi per garantire il buon funzionamento dello Stato, senza sprecare soldi, non soffocando le imprese con la burocrazia e investendo in sanità, istruzione e infrastrutture.